Pensiamo che siano da imparare solo le cose che si fanno: scrivere, leggere, far di conto, e così via.
Non pensiamo mai che si possa imparare anche ciò che ci sembra di vivere passivamente: pensiamo che perché udiamo sappiamo anche ascoltare, o perché abbiamo la vista sappiamo vedere, che con la bocca sappiamo gustare…
Tante esperienze i dicono che non è così: io ho imparato ad ascoltare un certo tipo di musica grazie a chi me l’ha fatta comprendere, accompagnandomi in un ascolto più raffinato, a vedere le forme, perché sono stata sottoposta da parte di mio padre ad un prolungato allenamento a percepirle, leggerle e soprattutto a gustarle.
L’esperienza di proporre Filosìn mostra come si possa cominciare a vedere e riconoscere le forme, le loro relazioni e i significati che rivestono per noi. Impariamo a decodificare un linguaggio, quello delle nostre immagini interiori che si materializzano sul foglio, un linguaggio che è a più dimensioni, mobile e dai molteplici significati.
Questo vedere ci fa entrare in un mondo denso e ricco di infinite possibilità. E’ un vedere più in là, o più a fondo, è scoprire che la realtà non è così piatta, che siamo immersi in un universo prezioso, da scoprire continuamente.